lunedì 8 novembre 2010

La "questione democratica"

Sono rimasto folgorato dall'ultimo articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica.it

Vi riporto i passaggi che secondo me sono semplicemente illuminanti e pregnanti per la discussione riguardante la questione democratica:

La "questione democratica", a mio avviso, evoca invece e anzitutto l'identità. Perché il Pd non ha ancora deciso - né chiarito - chi sia e cosa voglia. I valori e i progetti con-divisi. Sin qui ha messo in evidenza quelli "divisi". E le divisioni interne appaiono ispirate da ragioni personali piuttosto che strategi...che. [...] Da ciò la difficoltà di proporsi, fino ad oggi, come alternativa credibile. Perché non riesce ad avanzare una proposta politica chiara.
Perché appare un partito oligarchico. Impermeabile alle domande sociali e - per dirla con Pareto - alla "circolazione delle èlites" espresse dal territorio.


Solo che molti elettori faticano a riconoscersi in un partito che non si fa riconoscere. Che mobilita la base ma la consulta in modo intermittente. Dove la scelta dei candidati e del leader è affidata alle primarie. Ma il leader viene pre-stabilito dal gruppo dirigente nazionale. Che condiziona anche le nomine locali. Il Pd, quindi, resta un partito incompiuto. Non ha una missione riconoscibile e riconosciuta. E per questo non riesce a imporsi come un'alternativa vera. Ma nessuna alternativa - al governo e di governo - è possibile, senza il Pd. Riuscisse a chiarirlo a se stesso, potrebbe spiegarlo anche agli altri. Anzitutto, ai suoi elettori. Ai fedeli e agli incerti, agli esuli e ai delusi. Ma deve farlo oggi. Domani è già tardi.

In poche righe la questione democratica è snocciolata, analizzata e proposta a chiare lettere; non posso che condividere completamente quello che afferma Diamanti.

Qui l'articolo completo


Il segretario del Circolo

Fabio Lamon

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