venerdì 21 gennaio 2011

10 milioni di firme per mandare a casa Berlusconi

"Berlusconi dimettiti"
(testo dell'appello)

"Presidente Berlusconi, lei ha disonorato l'Italia agli occhi del mondo, non ha più la credibilità per chiedere agli italiani un impegno per il cambiamento e con la sua in capacità a governare sta facendo fare al paese solo passi indietro.

Lei dunque se ne deve andare via. L'Italia ha bisogno di guardare oltre, per affrontare finalmente i suoi problemi: la crescita, il lavoro, un fisco giusto, una scuola che funzioni, una democrazia sana.

Noi dobbiamo dare una prospettiva di futuro ai giovani. Con la sua incapacità a governare e con l'impaccio dei suoi interessi personali lei è diventato un ostacolo alla riscossa dell'Italia. Per questo presidente Berlusconi lei si deve dimettere.

L'Italia ce la può fare, dispone di energie e di risorse positive. E' ora di unire tutti coloro che vogliono cambiare. E' ora di lavorare tutti insieme per un futuro migliore.

Firma per cambiare l'Italia".

Bersani: "Dai prossimi giorni chiederemo agli italiani di firmare un appello per ottenere le dimissioni del presidente Berlusconi. Il nostro obiettivo è di metterci a disposizione, come Partito democratico, di tutti i cittadini, di tutte le associazioni, di tutte le forze politiche e sociali disponibili a lavorare per un futuro migliore.

Noi abbiamo l'ambizione di fare un'iniziativa capace di ottenere l'adesione dei singoli ma anche dei diversi gruppi organizzati per girare pagina, per cominciare ad affrontare i problemi veri del paese. Noi vogliamo offrire a coloro che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni, ma anche la qualità della vita sociale ed economica di oggi, la possibilità di farlo e di ritrovarsi tutti insieme in una iniziativa politica positiva.

Il nostro obiettivo è di portare questa raccolta di adesioni in ogni parte d'Italia, nei circoli, nelle piazze, nei gazebo, nelle case. Vogliamo che ciascuno diventi promotore di questa mobilitazione per mettere poi insieme il risultato e presentarlo al paese.

La nostra organizzazione sarà al servizio di questo scopo: un'azione corale e unitaria per raccogliere dieci milioni di firme per mandare a casa Berlusconi ed aprire una nuova pagina per l'Italia".

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“A febbraio raccoglieremo firme in diecimila gazebo, in tutta Italia. Ne avremo 10 milioni, sono tanti quelli che non ne possono più. Con i camion quelle quelle firme le porteremo a Palazzo Chigi, per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio”. Dagli studi di Repubblica Tv, Pier Luigi Bersani ha lanciato l'offensiva contro il governo Berlusconi troppo impegnato su questioni personali, a dir poco squallide e per nulla interessato alle prospettive di ripresa del Paese.

Il pericolo di restare bloccati per mesi a discutere sui problemi di Berlusconi invece che sulle cose da fare per ripartire, per tornare a creare ricchezza e lavoro e il pericolo di una forzatura democratica da parte del presidente del Consiglio, sono alla base della proposta alternativa del Partito democratico. "Noi Pd – ha dichiarato il leader democratico - lanciamo un'iniziativa per dare voce a tutti gli italiani indignati che non possono sopportare questa cosa qua. Dal primo di febbraio organizzeremo 10mila gazebo per raccogliere 10 milioni di firme su un testo che dica semplicemente vai a casa". Un'iniziativa già iniziata su Mobilitanti dove si può firmare l'appello delle donne del Pd "Presidente, liberi l'Italia da questo imbarazzo".

Bersani ha voluto commentare anche le ultime dichiarazioni del cardinal Bertone che richiamava il premier alla moralità. “Le dichiarazioni pronunciate oggi dal cardinal Bertone segnano "un passo" da parte della Chiesa. Penso che quelle del cardinal Bertone siano state parole pesanti che segnalano un passo della chiesa che chiede di essere anche autorità morale oltre che autorità di fede. Mi aspettavo, ed è avvenuto, che anche la chiesa si pronunciasse". La Chiesa "è autorità morale e vuole essere ascoltata. E' ora che ci sia una presa di posizione "anche delle autorità civiche, economiche...è ora di dire una parola".

"Se beviamo anche questa – ha continuato Bersani - tutto il mondo ci chiederà come facciamo a sopportare anche questa, che e' una cosa inaccettabile. Io non ci sto mica, io non mi sento mica un italiano fatto nel modo in cui i giornali stranieri hanno cominciato a descriverci. Parlano degli italiani come una 'razza cosi'', 'gente fatta cosi'' e che per questo sopporta Berlusconi. Chi ha fatto entrare l'Italia nella zona euro era gente perbene. E io mi sento cosi'. E se l'Italia non reagisce a questa cosa, andiamo incontro a un problema molto serio".

Il Pd dovrà muoversi “nell'opinione pubblica, fare la battaglia parlamentare per farlo dimettere e poi qualsiasi soluzione, compresa le elezioni anticipate, è meglio di questa situazione".

Nessun moralismo, qui c'è in gioco i valori della nostra Costituzione. “Io non faccio moralismi al netto dei reati e qui c'è un reato di prostituzione minorile. Se uno fa il regista di film porno non ho obiezioni ma Berlusconi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato che chiede il rispetto da parte di chi ha cariche pubbliche dell'onorabilità e una coerenza tra comportamenti privati e pubblici”.

"Serve una fase costituente" in cui tutte le opposizioni sono chiamate a collaborare. "Non sopporto più le gelosie delle forze politiche, di quelli che non parlano con questo, e quell'altro che non parla con l'altro. Berlusconi a Ben Ali gli fa un baffo, non c'è da aspettarsi niente. Ci vuole un moto corale di opinione pubblica per fermarlo”.

Berlusconi non ha più un sogno da vendere ma mantiene una enorme forza economica e mediatica, capace di bloccare il sistema. “Bene, il Pd lancia una fase ricostruttiva (ho pudore a chiamarla costituente). E si rivolge a tutte le forze capaci di superare le piccole beghe e i personalismi, in grado di essere generose nonostante le storie diverse. Dobbiamo metterci a lavorare, per superare la crisi e rimettere in moto il paese, altrimenti che futuro diamo ai giovani?”.

E` un altro invito per Fini e Casini, chiede La Repubblica, dimenticando che più volte Bersani ha chiarito che la proposta del Pd si basa su un progetto di cose da fare per il paese e si rivolge a tutte le opposizioni politiche e alle forze sociali? “Mi rivolgo a tutti quelli che vogliono evitare la deriva plebiscitaria. Chiunque ragioni per me è un interlocutore. Quindi parlo “anche” al Terzo Polo, certo, anche a Montezemolo. E` chiaro che quando sarà il momento cruciale il premier cercherà di infliggere un ultimo strappo. A quel punto tutte le forze che hanno una vocazione di governo dovranno dialogare per tentare di fare quelle quattro o cinque cose che permettano di andare oltre Berlusconi. C`è bisogno di un fisco equo, di lavoro, di liberalizzazioni, di riforme istituzionali. Bisogna assumersi delle responsabilità, per questo che si fa politica».

E se il federalismo rimanesse al palo? Potrebbe essere la Lega a staccare la spina? “Il progetto presentato negli ultimi giorni da Calderoli non ha niente a che vedere col federalismo, dà meno autonomia ai Comuni di quanta non ne avessero prima del Cavaliere. Ad ogni modo la Lega il federalismo non lo farà con questo esecutivo. Non so se Bossi coglie ancora gli umori della base, ma il popolo leghista è chiaramente insofferente, mentre il gruppo dirigente rimane attaccato al premier”.

Quindi la provocazione se il Pd potrebbe digerire un governo Tremonti? “Tremonti è un ministro curioso, direi filosofo. Non lo sento mai parlare di economia reale. Ora gira alla larga dall'immagine compromessa di Berlusconi ma non penso che sia pronto a sferrare il colpo decisivo per allontanarsene. Ci vorrebbe troppo coraggio”. Nell’intervista televisiva Bersani ha chiarito subito: “se si fa un governo di centrodestra con Tremonti premier noi stiamo all’opposizione”.

Quanto alla dialettica interna, Bersani ha ribadito che il Pd ha scelto la via della democrazia e che questo comporta libertà di dibattito e di proposta. “Noi siamo gli unici che abbiano deciso di chiamarsi partito. Non popolo, partito. Perché crediamo che tante nobili parzialità e che le diverse posizioni della società civile debbano trovare un punto di unità. Questo può farlo solo un partito, a meno che non ci si voglia affidare al capo. Abbiamo scelto il metodo della democrazia. Per il paese e per il partito. Se si accetta questo si deve accettare il fatto che all`interno della squadra la discussione sia aperta”.

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I moduli sono disponibili QUI e nella sezione "Manifesti e volantini"!

La raccolta inizia dal 1 Febbraio, ma iniziare prima è bene e meglio!


Il Segretario

Fabio Lamon

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