domenica 2 ottobre 2011

Ambiente, sviluppo, crescita: dal PD la sfida della "democrazia energetica"

Con la crisi economica in atto solo investendo sulle rinnovabili è possibile risparmiare senza far diminuire la produzione. Gli esempi virtuosi di Canada e USA. Bianchi: "Serve un salto tecnologico, dal governo nessun piano energetico strutturato"


I lavori della quarta edizione della Scuola Politica del Partito democratico, si concludono nella splendida cornice dell’Auditorium di S. Agostino, a Cortona, con l’approfondimento di un tema molto sentito dalle nuove generazioni: “viluppo, crescita, ambiente”.

Si è parlato delle “nuove sfide energetiche dell’Italia e dell’Europa”, con Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto club e dell’energia, come crescita sostenibile, con Arturo Lorenzini, professore dell’Università di Padova. Sessione chiusa da Stella Bianchi, responsabile Ambiente della Segreteria nazionale del PD, illustrando le proposte del Partito democratico sulle tematiche ambientali
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Silvestrini
ha esordito affermando che siamo in presenza di una situazione in rapidissima evoluzione nel settore energetico. E l’elemento caratterizzante il rapido cambiamento internazionale è il vincolo del clima, che è imprevedibile, tanto che le azioni incisive possibili, ha affermato Silvestrini, potranno solo ridurre un rischio generale, ma l’allarme contingente lanciato dalla comunità internazionale, si conferma anno dopo anno. Ad esempio nel 2011 la siccità in Somalia è aumentata tantissimo, con un elevato rischio di morte per centinaia di migliaia di persone.

Tra il ‘90 e il 2010, ha commentato Silvestrini, nonostante gli accordi di Kyoto, c’è stato un forte aumento delle emissioni nocive nei Paesi industrializzati, circa il 40 %. Per Cina e India in continua espansione economica quindi, il vincolo del 50% di riduzione delle emissioni stabilito a Kyoto, rappresenta una riduzione dell’ 80% di energia in pochi anni. Per questo è fondamentale investire nelle energie rinnovabili: per diminuire le emissioni nocive senza incidere negativamente nella produzione. L’Europa è sempre stata un passo avanti nel comprendere la necessità di raggiungere questo obiettivo, individuando i settori che potranno contribuire ad ottenerlo.

Le strade maestre sono due, ha considerato il presidente del Kyoto club, investire nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, per ottenere lo stesso risultato ma con consumo inferiore. Per compensare il meno 80 % di cui abbiamo parlato, bisognerà intervenire anche sugli stili di vita e soprattutto sulle infrastrutture, come ad esempio il trasporto pubblico e per fare ciò è necessaria una vera e propria trasformazione culturale.

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Lorenzini ha introdotto la lezione concentrandosi maggiormente sul consumo energetico. Ha portato ad esempio due Paesi dove la tecnologia con il passare degli anni ha condotto a risultati incredibili, con una sempre maggiore efficienza rispetto ai costi e dispendi energetici decrescenti: gli Stati Uniti ed il Canada.

Per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti, i prossimi settori in Europa e California su cui si interverrà per diminuire il consumo energetico, saranno quelli dell’edilizio e della mobilità, ha evidenziato. Per questo la nostra industria dovrà mutare radicalmente sia nella progettazione che nella costruzione dei materiali.

Altri fattori di mutamento che Lorenzini ha evidenziato sono: il passaggio dalla produzione energetica centralizzata a quella distribuita delle energie rinnovabili, nei diversi Paesi europei; l’aumento gli investimenti nel settore eolico, solare e nucleare, anche se dopo Fukuschima questa differenza aumenterà, ed infine “la sorpresa fotovoltaica”. In questo senso il programma che lanciò Bersani industria 2015 rea stata una grande intuizione ma è stato cassato non ha avuto sovvenzioni, ha notato il professore, mentre era una buona occasione per recuperare il terreno perso.

Dato rilevante individuato da Lorenzini è quello occupazionale. Obama ad esempio ha puntato molto nella green economy, creando un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti. In Germania, Paese leader da questo punto di vista, 375 mila posti di lavoro nel 2010 nel settore, sono un dato che orienta le scelte politiche.

In fine Lorenzini ha considerato una inversione di trend riguardo il consumo di energia: nel passato è sempre cresciuto in Europa, mentre l’aspettativa è che la domanda nel 2030 non crescerà più perché si è raggiunto un asintoto.
Parlando dell’Italia in particolare, il problema è che la legislazione è contraddittoria su queste tematiche, differenziandosi tra Regione, Comune e Stato. Ma la sfida più importante secondo Lorenzini è quella del settore industriale delle nuove tecnologie. E gli Enti Locali in questo svolgono un ruolo importantissimo: regolamenti edilizi e piani energetici, realmente premiamo le iniziative che tengono conto delle nuove tecnologie? La risposta è che possiamo rinnovare e allo stesso tempo impiegare risorse, l’importante è che si vada nella stessa direzione. Dobbiamo pensare con libertà alle scelte del futuro, ha concluso.

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Stella Bianchi, ha fatto una sintesi delle istanze emerse, puntando sulla necessità di radicare una politica ambientale nel Pd da portare poi nel territorio. “Quando parliamo di ambiente parliamo di crescita, l’unica possibilità in questi anni – ha detto - perchè c’è un pericolo di recessione tangibile nel nostro Paese e in Europa e in questa situazione difficile, dovremmo lavorare per mettere in campo degli interventi per dare credito al Paese. Il pianeta terra è oltre i limiti della sostenibilità – ha aggiunto - ci siamo appropriati delle risorse naturali e siamo arrivati al limite, in quanto due secoli e mezzo di sfruttamento delle risorse naturali, rischia di mandare tutto in tilt. L’unica soluzione è ridurre l’emissione di carbonio – ha esortato la responsabile Ambiente del PD - quindi in questo senso l’intervento sulle energie è indispensabile. Dobbiamo fare un nuovo salto tecnologico, per dare efficacia energetica e mantenere il benessere nel pianeta. Un processo di cambiamento strutturale basato su nuove attività è il motore della crescita, con attenzione all’ambiente e a nuovi posti di lavoro”.

Bianchi ha poi spiegato che “le proposte elaborate dal PD vanno proprio in questa direzione. Mentre il governo non ha una strategia adeguata, un piano energetico strutturato e inserito in una strategia europea di lungo periodo. La riduzione dei gas serra richiede dinamismo, capacità tecnologica, e attenzione delle famiglie, regole chiare, oltre che interventi mirati degli Enti locali, mentre il loro protagonismo è stato falciato dalla tagliola sugli investimenti. In più, la detrazione del 55% sulle ristrutturazioni viene messa in discussione dal governo e non c’è traccia di attenzione sul trasporto sostenibile e di incentivi alle fonti rinnovabili. Il governo è andato in un’altra direzione, cambiando le regole in corso d’opera. Rischiamo di diventare importatori - ha avvertito Bianchi - e per sfuggire a questo rischio, dovremmo investire in politiche industriali mirate. Anche la chimica verde dovrebbe essere sostenuta - ha aggiunto - attualmente ad esempio c’è un investimento a Porto Torres in uno stabilimento petrolchimico per farne il più grande polo industriale in Europa”.

Noi però dobbiamo essere quelli dell’ambientalismo possibile, ci ha tenuto a sottolineare la responsabile Ambiente del PD. Sui rifiuti: riduzione, riuso, riciclo, recupero della materia, la cosa peggiore non è l’inceneritore, ma la discarica non differenziata. Sull’acqua noi siamo per il controllo pubblico, però deve essere gestita bene e necessita di investimenti. L’acqua è una risorsa scarsa e la devi pagare perché la trasportano, la ripuliscono e la distribuiscono.

Al termine del suo intervento, Stella Bianchi ha voluto ricordare Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra perché voleva raccontare il post terremoto a Torre Annunziata, un luogo meraviglioso ma con il Sarno inquinato dalle fogne, un parco nazionale, quello del Vesuvio assediato dagli interessi della camorra. E questo per sottolineare che ci sono luoghi in Italia in cui è necessario che la politica intervenga trasversalmente, unendo sviluppo ambientale e lotta alla legalità. Questo è il filo rosso che deve legare il Paese.
Il PD lancia la sfida della ‘democrazia energetica’
- ha concluso Stella Bianchi - ognuno di noi deve essere protagonista di una vera e propria innovazione, in un quadro di partecipazione democratica.

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