sabato 31 marzo 2012

Peggio del Porcellum

Dal sito di Prossima Italia



Che la riforma elettorale su cui pare abbiano trovato un accordo Alfano, Bersani e Casini sia addirittura peggiore della legge porcata in vigore, lo si capisce da come la illustrano i cronisti parlamentari. Non entrano nel dettaglio, ma tutti, invariabilmente, dopo aver detto che “questa riforma ha lo scopo di restituire agli elettori la possibilità di scegliere per quali candidati votare”, poi aggiungono “ma senza preferenze”. La contraddizione potrà sfuggire a chi la pronuncia, ma non a chi la sente, magari al telegiornale in onda all’ora di cena. Roba da far andare di traverso il boccone.
Come si può, infatti, sostenere che la riforma ha lo scopo di restituire il diritto di scelta, e poi negarlo all’interno della stessa frase? E infatti non dovrebbe essere possibile.
 La verità è che servirebbero più elementi, per farsi un’idea più precisa, ma di dettagli ufficiali finora non se ne sono visti.
Si è parlato di un sistema per metà proporzionale, con liste “corte” e collegi piccoli, e per metà maggioritario con collegi uninominali; di soglia di sbarramento e di diritto di tribuna (cosa che suona un po’ contraddittoria); di premio di maggioranza, ma di maggioranza relativa, cioè assegnato al singolo partito che ha preso più voti (seconda contraddizione); di partiti che si presentano da soli, ognuno col suo candidato premier, che poi però verrebbe scelto in Parlamento, ed è una terza contraddizione. 
Qualcuno ha parlato di ritorno alla Prima Repubblica, quando si votavano i partiti, e i partiti sceglievano solo dopo il voto con chi comporre la maggioranza (o l’opposizione), e di conseguente fine del bipolarismo, con un sistema che porrebbe il Terzo Polo sempre e comunque al centro degli equilibri.
Vedremo, ma una cosa è certa: nessuno, nemmeno uno di questi possibili elementi della nuova legge elettorale riguarda nemmeno da lontano la restituzione ai cittadini della possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. E la riforma non doveva forse servire a questo? Perché, in definitiva, se non serve a questo, a cosa serve?
Ecco, questa è la domanda, attendiamo risposte: e vorremmo esser fiduciosi, ma visti i precedenti ci si perdonerà se invece ci assale qualche dubbio.
 Anche perché, peraltro, noi siamo tra quelli che avevano raccolto le firme per l’abolizione del Porcellum e il ritorno al Mattarellum: non per un particolare entusiasmo per quella legge, ma come unico rimedio ragionevole e temporaneo a questa situazione antidemocratica che dura ormai dal  2005, e con la quale abbiamo votato già per due volte. L’idea era di scongiurare la terza, almeno. Quel referendum fu poi cassato, ma raccolse in pochissimi giorni un numero record di firme, ed esprimeva una volontà chiarissima. Di quella volontà, nelle anticipazioni della legge elettorale non v’è traccia, zero.
E allora ricapitoliamo: l’idea era quella di poter scegliere il candidato, non di passare da una lista bloccata lunga e una lista bloccata corta: il problema non è la lunghezza, ma il fatto che sia bloccata, evidentemente giova ripeterlo. Da liste bloccate, lunghe o corte, risulterà un Parlamento di nominati, alcuni (molti) dei quali particolarmente indegni, né più né meno come quelli che sono stati protagonisti negativi di questa legislatura.
Si è anche sentito ribattere che le preferenze sono un male, che generano clientele, ed è un’affermazione che ha purtroppo forti elementi di verità. Ma non si è detto in quale altro modo si dovrebbe restituire la famosa scelta ai famosi elettori. Scelta del candidato, del partito, della coalizione, e del candidato premier: sarebbero diritti democratici molto banali, e invece.
Quanto al bipolarismo: certo, vent’anni di berlusconismo e antiberlusconismo hanno fatto danni seri. Ma se quell’epoca è finita (e sarebbe anche ora), la risposta non è certo il ritorno alla partitocrazia, perché quanto a danni ne aveva fatti persino più di questo bipolarismo. Né è credibile che gli stessi autori di quei danni siano ideatori e protagonisti di quello che verrà dopo: ad altri dovrebbe spettare il compito di competere in un sistema bipolare finalmente normale, come avviene in tutto l’Occidente.
Infine, noi continuiamo a pensare che i candidati al Parlamento, almeno per quanto riguarda il Partito Democratico, dovrebbero essere scelti con primarie libere e aperte. “Con qualsiasi sistema elettorale”, così avevamo scritto. In particolare col Porcellum, e se queste sono le premesse, a maggior ragione con la nuova legge elettorale. Alla quale, se le notizie che circolano saranno confermate, ci opporremo con tutti i nostri (pochi) mezzi. Non che questa debba suonare come una minaccia, la minaccia è un’altra: attenzione, perché su questo tema si spacca tutto, Partito e Paese.

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