lunedì 5 marzo 2012

Primarie: sconfitte ed opportunità

Ieri notte ho assistito, "in diretta" tramite Twitter, allo spoglio delle Primarie di Palermo.
E' stato un bel momento di democrazia, perchè le Primarie venivano commentate liberamente, tra dati, opinioni e canzonature, grazie a quello che è forse uno dei migliori mezzi di comunicazione esistenti al momento, e mi dispiace molto di averlo scoperto solo ora.


Il risultato di Palermo risuona come secondo campanello d'allarme per Bersani e per il PD.
Già dopo Genova risultava chiaro che le Primarie non vengono più vinte grazie all'apparato, ma grazie al nome del candidato, ma dopo Palermo risulta chiaro un altro aspetto, che di per se è forse ancora più preoccupante del primo: qui la candidata Rita Borsellino, appoggiata dal PD insieme a IDV e SEL, era un nome di tutto rispetto, ho sempre apprezzato sia le sue iniziative in Sicilia che i suoi interventi al Parlamento Europeo, ma, e qui sorge il problema a mio parere da non sottovalutare, era la candidata dell'establishment, dell'apparato, del partito; questa "etichetta" è stata il Tallone d'Achille della Borsellino.
E' stato facile, per i suoi avversari, presentarsi come il "nuovo" e l'"indipendente", e la gente, brogli o non brogli, li ha votati, il dato è oggettivo e non confutabile.


Questo dato di fatto deve far rizzare le antenne dalle parti di Via Sant'Andrea delle Fratte: gli elettori, i simpatizzanti, gli iscritti, gli stessi dirigenti (soprattutto quelli di rango più basso) sono oramai insofferenti alle scelte prese nel salottino di Roma.


E' la distanza dal territorio il vero problema.


Essere distanti dal territorio significa non coglierne più gli aspetti reali, è come se il Parlamento Italiano prendesse le decisioni per l'Australia.
Essere distanti dal territorio rende insofferente la popolazione, che si rifugia nell'antipolitica facile e populista di qualche approfittatore che svilisce il concetto di politica (che è aulico e puro, se utilizzato in maniera corretta) al punto di trasformarla in "magna magna" con una disonestà intellettuale semplicemente inqualificabile.
Essere distanti dal territorio significa compiere azioni generali e astratte, che non hanno alcun risvolto concreto ed efficace sul territorio: i migliori esempi sono certi volantini e certi manifesti presenti sul sito del PD Nazionale o che vengono recapitati alle strutture territoriali; sono inodori, incolori, impalpabili, banali e inefficaci.
E' da questi concetti che parte la mia critica, che però vuole farsi leggere come qualcosa di costruttivo, un'opportunità: quando si perde il contatto con la realtà, bisogna lasciare spazio a chi con la realtà ci convive tutti i giorni; è ora di cambiare aria, dare spazio ai giovani (attenzione, non intendo anagraficamente, ma politicamente, ossia persone che non hanno ancora avuto modo di essere attaccati dal virus degli interessi personali ottenuti con i mezzi pubblici e che non hanno ancora contratto la malattia che li vede incollarsi a tutte le poltrone disponibili) e agli uomini e alle donne del territorio.


Non è tardi per cambiare rotta, ed è sicuramente la mossa vincente, perchè va contro a tutte le logiche dei partiti attualmente presenti nel panorama italiano, va esattamente nello stesso verso delle critiche mosse dai movimenti antipolitici e soprattutto permetterà al PD di arrivare alle prossime elezioni senza implodere lungo il percorso.
Saremmo per la prima volta veramente un partito pioniere in un nuovo modo (ma con il sapore di come si faceva politica vera una volta) di intendere la vita pubblica di questo Paese, semplicemente ascoltando la realtà locale, eleggendo in Parlamento e nei rami dirigenziali persone che hanno conoscenza del reale, della vita quotidiana e che non hanno ancora assaporato troppo il "potere" tanto da ammalarsi di uso personale della cosa pubblica.


Abbiamo le potenzialità, ci manca il metodo.


"Datemi una leva e vi solleverò il mondo" diceva Archimede, ci sono tanti, tanti, tanti uomini e tante, tante, tante donne che potrebbero dire "Dateci una possibilità e risolleveremo il PD".




Il Segretario

Fabio Lamon





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